Lo conferma il quinto rapporto dell’Osservatorio appalti verdi. Torino il Comune capoluogo più performante. Ma serve allargare ulteriormente l’applicazione dei criteri ambientali minimi negli appalti per beni e servizi
Secondo i dati del quinto rapporto “I numeri del Green Public Procurement in Italia” dell’Osservatorio appalti verdi, presentato a Roma il 20 ottobre al termine della XVI edizione del Forum Compraverde Buygreen 2022, il trend di applicazione dei criteri ambientali minimi (Cam) negli appalti per l’acquisizione di beni e nei servizi da parte dei capoluoghi di provincia è in crescita, anche se si può e deve ambire a fare di più. Si tratta di un dossier che riveste una particolare rilevanza soprattutto quest’anno, considerato che gli acquisti verdi e l’adozione dei Cam sono considerati prerequisiti inderogabili per concorrere ai bandi del Pnrr.
L’Osservatorio appalti verdi, nato dalla collaborazione di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, in partnership con Assosistema, Novamont, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti e Federparchi, ha rilevato che nel 2021 su 89 capoluoghi di provincia che hanno preso parte al monitoraggio civico, uno su tre ha dichiarato di adottare tra l’80 e il 100% dei parametri del Green public procurement. Nel 2020 erano invece stati poco meno di uno su tre.
Le performance dei Comuni
Nel complesso, sono 35 i Comuni che hanno registrato un tasso di attuazione dei Cam superiore all’80%, 18 quelli che hanno raggiunto il 100%, più del doppio rispetto al 2020: Belluno, Bolzano, Brescia, Chieti, Cuneo, Ferrara, Forlì, Imperia, Latina, Mantova, Modena, Monza, Padova, Pavia, Pordenone, Rimini, Savona e Trento.
Per la prima volta il rapporto ha calcolato un indicatore complessivo del Gpp che ha tenuto conto di più elementi: da un lato, l’adozione dei Cam, dall’altro fattori come il monitoraggio interno, la formazione del personale, il rispetto della parità di genere e il livello di diffusione di conoscenza del Gpp all’interno degli enti presi in considerazione. Vincitore di questa classifica complessiva è risultata Torino.
Asl, Aree protette e Centrali di committenza
Insieme ai Comuni capoluogo, l’Osservatorio appalti verdi ha monitorato anche 35 Aziende sanitarie locali, 91 Aree protette e, per la prima volta, dieci Centrali di committenza regionali. Il fronte degli Enti parco non ha segnalato miglioramenti significativi. Diversi parchi hanno registrato il 100% di acquisti verdi che però sono risultati limitati solo a poche categorie di forniture: carta, stampanti, servizi di pulizia, prodotti elettronici. Mentre mancano all’appello servizi energetici, per la ristorazione collettiva e l’acquisto di veicoli.
Meglio le Asl, con 14 che hanno dichiarato di applicare i Cam al 100% e con gli unici elementi di criticità riscontrati sulla parità di genere e l’adozione di sistemi di monitoraggio. Mentre per le centrali uniche di committenza, al questionario sottoposto dall’Osservatorio hanno risposto solo in nove. Valle d’Aosta, Veneto, Sardegna, Puglia, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Emilia-Romagna e Calabria hanno segnato tassi di applicazione del 100% ma perché, al pari di quanto avviene negli Enti parco, i loro acquisti verdi sono stati limitati a poche categorie di servizi. Il Lazio, ad esempio, pur fermandosi al 90% di applicazione, ha operato su più fronti e, di conseguenza, ha margini di miglioramento maggiori.
Consapevolezza in crescita
Dal rapporto è emerso che il 98% delle amministrazioni coinvolte è a conoscenza del Gpp, dato anche questo in crescita rispetto allo scorso anno. I criteri ambientali più applicati sono relativi all’acquisto di stampanti e carta in risme e ai servizi di pulizia. I meno applicati riguardano invece l’edilizia (37,8%, dato in peggioramento rispetto allo scorso anno), i prodotti tessili (37%), l’acquisto di calzature e accessori in pelle (34,7%).
Tra le maggiori criticità che i capoluoghi riscontrano, al primo posto figurano la mancanza di formazione (46%), seguita dalle difficoltà nella stesura dei bandi (41%) e dalla mancanza di imprese (25%) dotate dei requisiti per la partecipazione a bandi che hanno integrato i Cam.
Silvano Falocco, presidente Fondazione Ecosistemi: “Dai Cam una spinta in avanti”
«Dai dati del quinto rapporto dell’Osservatorio appalti verdi dicono che la dimensione ottimale per una applicazione al 100% del Gpp è quella di città con una popolazione compresa tra 50mila e 200mila abitanti. Sotto questa dimensione i Comuni non dispongono di strutture tecniche adeguate per applicare i Cam, mentre nei Comuni sopra i 200mila abitanti si riscontrano maggiori difficoltà nella programmazione degli interventi da attuare. La vera spinta in avanti è arrivata con l’introduzione del Dnsh (Do no significant harm), il principio in base a cui gli interventi previsti dal Pnrr non devono arrecare un danno significativo all’ambiente. È una condizione propedeutica per ambire a una fetta dei 220 miliardi finanziati dall’Ue. Il Dnsh prevede come condizione base proprio l’applicazione dei Cam. Comporterà dunque non solo un aumento della loro attuazione ma anche un’estensione del loro campo di applicazione, considerato che ai bandi del Pnrr partecipano sia enti pubblici che soggetti privati. Oltre il Pnrr, in futuro il più grande vuoto da colmare riguarda i Cam sui servizi ambientali, a cominciare dalla distribuzione di acqua o energia elettrica, che ad oggi non sono previsti. Al momento imprese pubbliche, partecipate o private che si occupano ad esempio dello smaltimento dei rifiuti o delle forniture energetiche, applicano i Cam solo per i loro servizi accessori e non per quelli core. Renderli obbligatori per tutte le tipologie di servizi significherebbe davvero consentire al Paese di fare un salto di qualità».
Marco Mancini, Legambiente: “Una nuova piattaforma per monitorare le Amministrazioni”
«Il Gpp e l’applicazione dei Cam sono degli strumenti strategici, indispensabili per la transizione ecologica. Strumenti che permettono di rendere concreta la sostenibilità ambientale e sociale che riguarda da vicino anche i cittadini, visto che investono le amministrazioni pubbliche e rendono tangibile l’economia circolare in tutti i suoi aspetti innovativi. Eppure, nonostante l’obbligo normativo in Italia e l’avanguardia in tal senso rispetto agli altri Paesi europei, ancora abbiamo un forte ritardo nella loro implementazione. Dai dati del quinto rapporto dell’Osservatorio appalti verdi emerge un graduale miglioramento dello stato di attuazione del Gpp da parte dei capoluoghi e degli enti gestori di Aree protette, ma il processo è ancora elefantiaco, in particolare in questo momento storico in cui con il finanziamento del Pnrr gli appalti devono essere ancor di più sostenibili adottando, quale elemento propedeutico affinché tanto i soggetti pubblici quanto quelli privati accedano ai fondi, il principio Dnsh e quindi i Cam. L’Osservatorio appalti verdi cerca proprio di fare luce monitorando la loro adozione, impegnandosi per accompagnare le amministrazioni in questo percorso, evidenziando difficoltà e buone pratiche. Portiamo avanti con determinazione il nostro lavoro di osservatorio civico come dimostra l’inaugurazione quest’anno di una piattaforma WebGis, utile per mappare i risultati raggiunti dalle amministrazioni e per orientarsi nell’adozione e diffusione di tecnologie e prodotti che aiutano a toccare con mano le performance ambientali».
Articolo tratto da Rifiuti Oggi 2 – 2022
Rocco Bellantone