Next Generation Eu

Dal mensile di novembre – Ricostruire meglio. Con innovazione, sostenibilità e attenzione al disagio cresciuto in questi anni. È il compito di tutti gli Stati dell’Unione da svolgere con i piani di investimenti e le riforme previsti da Bruxelles

Siamo entrati nella fase cruciale i negoziati fra Consiglio e Parlamento su “Next generation Eu”. Una corsa contro il tempo per raggiungere un accordo definitivo entro la fine dell’anno, così da rendere operativa a partire dal prossimo gennaio la legislazione che governa il programma di investimenti per la ripresa. “Next generation Eu” non è solo uscita dalla crisi pandemica, ma la scelta di investire nel Green deal abbandonando le ricette del passato con l’obiettivo di “build back better”, ricostruire meglio e in modo diverso, con innovazione, sostenibilità e attenzione al disagio sociale cresciuto in questi anni.

Per tradurre tutto ciò in realtà, la Commissione ha già definito gli orientamenti strategici per l’attuazione del Recovery and resilience facility (Rrf). Si tratta del pilastro principale di “Next generation Eu”, che deve aiutare l’Europa a uscire più forte e resiliente dall’attuale crisi. L’Rrf concederà prestiti e sovvenzioni per 672,5 miliardi di euro, un importo senza precedenti, fornendo un sostegno finanziario anticipato nei primi anni della ripresa, che saranno quelli cruciali. Gli orientamenti strategici definiti dalla Commissione per la redazione dei piani nazionali di ripresa e resilienza privilegiano la realizzazione di grandi “progetti faro”, in grado di dare gambe alla transizione verde e digitale rafforzando il potenziale di crescita economica, la creazione di posti di lavoro e la resilienza economica e sociale. Piani di investimenti e riforme in grado di gettare le basi per una ripresa verde, digitale e sostenibile che abbia al centro un’azione climatica ambiziosa, alla quale si chiede di destinare almeno il 37% delle risorse complessive. A tal fine i piani dovranno essere coerenti con il nuovo obiettivo climatico di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030, proposto dalla Commissione e da recepire nella prima legge europea sul clima, che Consiglio e Parlamento prevedono di adottare entro la fine dell’anno insieme a “Next generation Eu” e al bilancio 2021-2027.

I piani di ripresa e resilienza devono essere presentati entro il prossimo 30 aprile e fin dalla fase iniziale di redazione devono essere coordinati con i documenti programmatici dei fondi di coesione, incluso il Just transition fund. Ai Paesi viene chiesto di mettere in campo piani capaci di dare gambe alla transizione verde e digitale dell’Europa, intervenendo sui loro storici ritardi attraverso politiche e riforme in grado di utilizzare al meglio le ingenti risorse messe a disposizione da “Next generation Eu” (che ammontano per il periodo 2021-2024 complessivamente a 750 miliardi, di cui 390 in sovvenzioni e 360 in prestiti) e dai fondi di coesione (che ammontano a circa 380 miliardi per il periodo 2021-2027) del bilancio europeo ordinario. Risorse che per l’Italia arrivano a 209 miliardi (85 di sovvenzioni e 124 di prestiti) per quanto riguarda “Next generation Eu”, a cui si aggiungono 40 miliardi per i fondi di coesione, incluso il Just transition fund. Investimenti cruciali per tradurre in realtà la transizione verde e digitale nel nostro Paese. Una sfida che l’Italia può e deve vincere.

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Mauro Albrizio