Con l’emergenza Covid anche la mobilità sostenibile si deve ripensare. Da un lato i trasporti pubblici andranno ripensati, e potenziati, mentre con ogni probabilità la mobilità sostenibile individuale vedrà uno sviluppo che sarà molto maggiore di ciò che si pensava prima della crisi pandemica. La micromobilità sostenibile, infatti, sarà con ogni probabilità uno dei sistemi preferiti nelle grandi città. Ciò che manca, di solito, è l’approccio sociologico che è assolutamente necessario per poter “tarare” al meglio le politiche di sviluppo della mobilità sostenibile. Un progetto europeo che ha esattamente questo approccio è l’Elviten che si è da poco concluso e ha visto Roma, assieme a Bari, Genova, Berlino, Trikala e Malaga, protagonista di una sperimentazione negli ultimi tre anni di una nuova modalità di fruizione, e di utilizzo, delle biciclette elettriche.

«L’idea di fondo è quella della condivisione delle biciclette elettriche attraverso sistemi avanzati di gestione attraverso degli appositi hub e un’App. – ha detto Alessandro Drago, assessore alla mobilità dl IX Municipio di Roma, luogo dove si è svolto il progetto – Sessanta biciclette elettriche di ultima generazione sono state messe a disposizione di 77 utenti che le hanno utilizzate per un anno sia per i tragitti casa/lavoro, sia per svago compiendo 8.087 viaggi per 38.417 kilometri». Ma non si tratta solo di una sperimentazione perché dalla fine del progetto 4 biciclette continueranno il loro “lavoro” per il bike-sharing aziendale all’interno del IX Municipio. «Uno degli hub di gestione/ricarica è in funzione nel cortile del IX Municipio, con le 4 biciclette elettriche funzionanti e saranno utilizzati dai dipendenti del Municipio stesso per lo sharing “aziendale”. – prosegue Drago – Ma la cosa più importante sono le questioni e i dati raccolti durante questa esperienza. Quando parliamo di mobilità, infatti, una delle cose più complicate è quella di “tarare” il servizio in base alle esigenze reali dell’utenza e quando si tratta di nuove forme di mobilità, come quelle sostenibili, dove non c’è lo storico circa l’utilizzo, al contrario della mobilità del trasporto pubblico o di quella individuale, tarare in maniera efficace il servizio fin dall’inizio può fare la differenza tra il successo e il fallimento». Durante la sperimentazione sono stati realizzati anche 230 questionari che hanno arricchito in maniera qualitativa i dati sull’utilizzo dei mezzi. «Non dobbiamo ignorare il fatto che se da un lato abbiamo dei vantaggi nell’utilizzo della mobilità sostenibile/ciclistica come il minore inquinamento, la maggiore salute dovuta all’esercizio fisico, la minore aggressività sul fronte dell’occupazione di spazio, su un altro versate in Italia abbiamo un approccio alla tematica ancora troppo tagliato sull’automobile. – prosegue ancora Drago – Ed è ciò che è apparso in maniera netta durante il progetto dall’analisi delle tre esperienze italiane. Se guardiamo alle problematiche emerse notiamo, infatti, che sono le città italiane ad avere le maggiori questioni in sospeso, ma con il progetto Elviten abbiamo portato questi limiti all’evidenza e ora abbiamo una serie di strumenti in più per tarare al meglio gli interventi futuri in materia di mobilità sostenibile sia nel IX Municipio sia in tutta la Capitale».

Manager coinvolti
La collaborazione con i mobility manager d’aziende e istituzioni coinvolti, come Poste Italiane, il Ministero della Difesa, ecc. ha consentito, infatti, di avere un feedback concreto sia sull’utlizzo dei mezzi, sia della “soddisfazione” dell’utenza. «Questo patrimonio di esperienze, informazioni e dati non andrà disperso perché è un know how indispensabile per un’amministrazione pubblica. – afferma Dario D’Innocenti, Presidente del IX Municipio Roma – E ringrazio tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto per aver permesso di acquisire alla nostra città e al nostro Municipio queste esperienze fondamentali al fine di pianificare una mobilità sostenibile che migliora la qualità della vita dei cittadini». Sul fronte ambientale l’uso delle biciclette elettriche ha consentito il risparmio di 2.068 chilogrammi di CO2 e 0,445 chilogrammi di polveri sottili. Cifre che potrebbero sembrare piccole ma che se proiettate sulla dimensione del IX Municipio possono diventare importanti. «Se solo il 20% delle circa 113.000 autovetture private del nostro Municipio fossero sostituite da biciclette elettriche come quelle del progetto Elviten – a parità di percorso chilometrico – le emissioni inquinanti mancate sarebbero di 696.800 chilogrammi di CO2 e 1.664 chilogrammi di polveri sottili. Voglio solo ricordare che la soglia di polveri sottili ammesse per metrocubo dall’Unione Europea è di 40 µg, ossia 40 milionesimi di grammo. – conclude Drago – Per questo motivo è importante intervenire presto con fatti concreti, come le nuove piste ciclabili che stiamo realizzando, per la mobilità ciclabile e sostenibile» (I dati previsioni sono stati calcolati dall’autore in base ai dati di: Elviten, Gse, Agenzia Europea dell’Ambiente. I calcoli circa la CO2 sono basati su mix energetico italiano 2018, fonte GSE).

Oltre a ciò il IX Municipio della Città di Roma e la DTD hanno deciso di acquistare 12 e-bike e 10 e-hub utilizzati nel progetto pilota, per seguire gli schemi di condivisione di Elviten e consentire ai dipendenti di Roma Capitale di utilizzare le e-bike per motivi di lavoro e che sono stati così suddivisi: impiegati del IX Municipio di Roma (4 e-bikes e 4 e-hubs); polizia Locale del IX Municipio di Roma (6 e-bikes e 6 e-hubs), impiegati della DTD di Roma (2 e-bikes).

(L’articolo è un’anticipazione di quanto pubblicato su QualEnergia n.5 del 2020)

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Sergio Ferraris