Conou oli usati

Nel 2021 CONOU ha garantito quasi il 100% del potenziale raccoglibile, assicurando il recupero di 186mila tonnellate di olio minerale usato. Una costante rigenerazione di risorse in risposta a chi resta ancora a modelli di crescita basati sul consumo

Come fronteggiare la sfida ambientale dinnanzi al palesarsi delle crisi economiche ed energetiche che emergono prepotenti dall’attualità? Lo scacchiere globale appare sempre più interconnesso e complesso, con una moltitudine di variabili che ripercuotono i propri effetti anche sulle politiche pubbliche e sull’economia reale. Dal rincaro dei prodotti energetici alla carenza di materie prime e di prodotti agricoli, dalle conseguenze finanziarie del conflitto in Ucraina fino alla difficoltà di individuare soluzioni europee condivise in tema ambientale.

Il dibattito pubblico dell’ultimo periodo sembra tuttavia aver relegato la crisi ambientale in secondo piano e al di fuori della lista delle emergenze. Dalla politica, dai gruppi di interesse e da una parte dell’opinione pubblica non sono rare le voci che, più o meno sommessamente o garbatamente, invitano a dedicarsi alle “cose serie” – ad esempio all’approvvigionamento strategico di energia fossile e materiali – e a “lasciar perdere” le pericolose fughe in avanti delineate per fermare una “paventata” crisi climatica.

I dati, come sempre, ci riportano alla realtà. Osservando le evidenze presentate nel documento The circularity gap report 2022, elaborato dall’istituto internazionale Circle Economy, negli ultimi quattro decenni l’uso globale di materiali è quasi triplicato, passando da 26,7 miliardi di tonnellate nel 1970 a 101 miliardi di tonnellate odierne, e si prevede che crescerà, con un percorso inerziale, fino a circa 180 miliardi di tonnellate entro il 2050. Inoltre, di questi circa cento miliardi di tonnellate di materiali che entrano nell’economia globale ogni anno, solo l’8,6% è destinato al riciclo e all’economia circolare e ben il 46% è destinato a diventare scarto. Per la stragrande parte di questi materiali, dunque, continua a prevalere un modello di crescita del consumo che, per di più, resta ancorato al ciclo “make, use, waste” che dall’estrazione delle risorse – ambientalmente dannosa – conduce al loro utilizzo e alla produzione di scarto.

Alla luce di ciò, la domanda su come fronteggiare la sfida ambientale nell’attuale crisi economica ed energetica può trovare una risposta plausibile nella visione strategica propria dell’approccio circolare. Far economia delle risorse, non solo evitandone l’inutile spreco ma valorizzandone le proprietà rigenerative, rappresenta la possibile chiave di volta per uscire dalle secche dell’emergenza di oggi e guardare al futuro in una prospettiva di fiducia. L’era del “Far West”, e dunque del “cavalchiamo verso ovest in cerca di altro territorio da sfruttare”, è finita. Motivo per cui dobbiamo accettare, con le parole dell’economista e pacifista Kenneth Boulding, che la Terra è una astronave in cui dobbiamo vivere, senza poterne uscire, noi e tutte le generazioni future.

Una consapevolezza che è all’origine della missione del CONOU, il Consorzio nazionale degli oli usati, che ogni giorno dal 1984 raccoglie, gestisce e avvia a riciclo tutto l’olio lubrificante usato prodotto nel nostro Paese. Un’attività condotta dalle 62 aziende concessionarie, che operano la raccolta del rifiuto anche nei luoghi più remoti della penisola, e dagli impianti di rigenerazione che trasformano in nuova base lubrificante il rifiuto conferito.

In questi decenni il CONOU ha maturato un’esperienza di filiera integrata e altamente efficace che colloca l’Italia ai vertici in Europa in termini di raccolta e riciclo dell’olio usato, affermandosi come una realtà di eccellenza riconosciuta per i traguardi raggiunti. Nel 2021 il Consorzio ha garantito la raccolta prossima al 100% del potenziale raccoglibile, assicurando il recupero di 186mila tonnellate di olio minerale usato, che grazie alla rigenerazione è tornato a nuova vita come base lubrificante e sotto forma di altri prodotti.

Assicurare il riutilizzo di quello che è un rifiuto pericoloso per l’ambiente e la salute produce benefici tangibili dal punto di vista della salvaguardia degli ecosistemi – in 38 anni il Consorzio ha evitato il potenziale inquinamento di un’area marina estesa come due volte il Mar Mediterraneo – e allo stesso tempo anche economico, garantendo al Paese un risparmio sulle importazioni di prodotti energetici stimabile in un milione e mezzo di barili di petrolio all’anno.

Il Consorzio, che già da qualche anno ha superato il possibile target europeo di rigenerazione dell’olio usato all’85% entro il 2025, resta dunque impegnato in primo piano sostenendo con ogni sforzo lo sviluppo circolare, funzionale al contrasto al cambiamento climatico, nell’ottica della crescita sostenibile individuata dagli obiettivi di transizione energetica fissati nel Pnrr.

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