Ersu Pioppogatto impianto

Nell’impianto di Pioppogatto gestito da Ersu è in corso una sperimentazione per valorizzare la frazione organica putrescibile da raccolta indifferenziata. Ottenendo compost di qualità 

Uno dei principali processi di evoluzione della sezione stabilizzazione degli impianti Tmb (trattamento meccanico biologico) è riuscire a caratterizzare la Fop (frazione organica putrescibile da raccolta indifferenziata). Allo stato attuale, infatti, tutti i Tmb sbattono contro questo ostacolo in quanto è particolarmente difficile governare questo processo biologico e rientrare all’interno dei parametri Irdp (Indice respirometrico dinamico potenziale). Non sempre si riesce a garantire il rispetto dei limiti richiesti nei tempi previsti. Nell’impianto Vbc (valorizzazione, biostabilizzazione e compostaggio) di Pioppogatto, nel Comune di Massarossa in provincia di Lucca gestito da Ersu, si stanno facendo importanti passi in avanti in questa direzione. Ne abbiamo parlato con Walter Bresciani Gatti, il direttore generale dell’azienda che copre l’intero ciclo dei rifiuti urbani di sette Comuni dell’area Apuo-versiliese, all’interno della province di Lucca e Massa Carrara.

Cosa sta accadendo nell’impianto di Pioppogatto?

Per superare questo limite degli impianti Tmb a Pioppogatto stiamo sperimentando una nuova tecnologia attraverso cui la Fop una volta che esce dal suo travaglio viene trattata per mezzo di una nuova tecnologia. Sostanzialmente si tratta di un impianto che lavora per attrito con delle sfere che battono questo materiale all’interno di una giara.

In che stato esce il materiale trattato da questo impianto?

Il materiale trattato esce dall’impianto privo di flora batterica e con un Indp molto ridotto, spesso sotto i limiti richiesti, e quindi idoneo al trattamento per un uso alternativo alla discarica. Ma non solo.

Ci spieghi meglio

Oltre a centrare questo primo obiettivo, ovvero la riduzione dell’Indp, l’impianto è in grado di ottenere un altro importante risultato. Grazie all’attività di triturazione della Fop che viene svolta all’interno del macchinario tramite questo processo ad attrito, viene generata una materia molto organica su cui stiamo conducendo uno studio per trasformarla in un end of waste e, quindi, per addizionarla a matrici terrose e produrre compost di qualità.

Siete fiduciosi sulla riuscita di questa sperimentazione?

Sì, ci sono forti aspettative su questo progetto non solo in Italia ma anche dall’estero. In Campania è già stata rilasciata una prima autorizzazione a un impianto di questo tipo. Contiamo di portare a termine positivamente la sperimentazione anche a Pioppogatto. Se il meccanismo funziona riusciremmo a recuperare moltissima materia che altrimenti sarebbe destinata alla discarica.

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Rocco Bellantone